Perché è inevitabile! La vita di ogni individuo è costituita da un susseguirsi di eventi che influiscono sulla struttura emotiva e sul corpo. Il cervello stabilisce continuamente nuove connessioni neuronali (in misura maggiore nelle prime fasi della vita) che determinano una sorta di 'mappa' che guida il nostro modo di pensare, di leggere la realtà, di provare emozioni. Questa plasticità neuronale permette al cervello di riorganizzarsi anche in caso di trauma fisico.
Ma è possibile cambiare in due modi: in meglio e in peggio. Con il termine 'in meglio' intendo qui una situazione di maggiore benessere e serenità. Se è vero che la sofferenza può essere una forte risorsa interna per il cambiamento (si parla spesso in gergo comune di rinascita) tuttavia il livello di resilienza varia da un soggetto all'altro. "Molte persone sono 'affezionate' al loro disagio e non considerano la possibilità di staccarsene" (Bruno Bara Università di Torino). Cambiare in positivo, invece, può fare paura perché porta verso qualcosa di sconosciuto. Allora si mettono in atto diverse strategie di resistenza al cambiamento come la negazione del problema o la fuga.
In quest'ottica appare essenziale il confronto ovvero la presenza di qualcuno che ci proponga un modo diverso dal nostro di percepire le cose e ci aiuti ad uscire dagli stereotipi mentali.
Fonte: Focus 'Cambiare, in meglio'
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