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Endorfina: la droga del cervello

Le endorfine sono sostanze naturalmente prodotte nel corpo umano, principalmente dell'encefalo, simili  agli oppiacei (da qui il nome morfine interne). Questo neurotrasmettitore svolge un ruolo importante: nella diminuzione della percezione di dolore, nella modulazione della fame e delle emozioni, nella regolazione del tono dell'umore, nel rilascio di alcuni ormoni (ad esempio il cortisolo, ormone dello stress) , sul sistema immunitario...
Vengono anche chiamate 'omoni del piacere o della felicità' perché regalano sensazioni che vanno dal benessere all'euforia.
Esistono parecchi modi per aumentare il rilascio di endorfine:
- il consumo di alcuni cibi come alimenti piccanti (la percezione di lieve dolore e pizzicore invia al cervello un segnale dal quale dipende il rilascio del neurotrasmettitore), cacao (al quale è correlata anche un innalzamento moderato e temporaneo di serotonina), il proprio cibo preferito;
- orgasmo, abbracci, effusioni
- accarezzare un animale domestico (pet therapy)
- massaggi
- agopuntura
- aroma terapia (in particolare le ricerche mostrano un beneficio con essenze di lavanda e vaniglia) ecc
Ma il modo più efficace e rapido per incrementare la loro presenza è l'esercizio fisico. Una attività fisica di almeno 30 minuti consecutivi provoca un incremento delle endorfine con conseguente percezione di benessere ed energia successiva agli allenamenti. Si parla, infatti, di runner's high per indicare lo 'sballo del corridore' ovvero la sensazione di euforia dopo un esercizio prolungato che ha appunto una base neurochimica.
Il movimento, inoltre, attiva il funzionamento di alcune aree cerebrali e influisce sui processi di attenzione, memoria e apprendimento sia in modo temporaneo (dopo lo sforzo fisico) sia in modo permanente. 'L'esercizio è come un fertilizzante per il cervello' Dr John Ratey, Harvard Brain Researcher.
La ricerca 'Learning is a moving experience' condotta dall'Università dell'Illinois mostra come studenti dagli 8 ai 10 anni, dopo attività fisica, avessero punteggi più alti ai test di varie materie.


 
Clicca qui per il video scuola primaria in movimento
 


INFINITO e ANARCHICO

"Il corpo faccia quello che vuole, io sono la mente"
Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina 1986 per aver identificato il fattore di crescita della fibra nervosa
     
        Pesa circa 1500 grammi, è formato da neuroni in connessione fra loro, è costituito da due emisferi, è suddiviso in regioni deputate ciascuna ad una funzione specifica, è contenuto nella scatola cranica.........ma è infinito e anarchico!
Il cervello umano, infatti, è dotato di plasticità neuronale ovvero si modifica tramite le sue connessioni nel corso della vita  in base ad esperienze ed eventi esterni.
"L'amore, il sesso, il dolore, le relazioni, l'apprendimento, le dipendenze, la cultura, la tecnologia e le psicoterapie modificano il cervello umano" afferma Norman Doidge, ricercatore in psichiatria e psicoanalisi, nel libro Il cervello infinito. L'autore racconta come il cervello possa modificare se stesso ovvero la propria struttura e funzioni attraverso il pensiero e le attività
"I tassisti di Londra hanno un ippocampo più grande perché mettono in memoria la carta topografica di una città che si estende per 6 miglia" spiega Enzo Soresi anatomopatologo e oncologo. Nel suo libro Il cervello anarchico sostiene, inoltre, che il cervello possa far ammalare ed anche guarire ovvero far nascere o far scomparire  patologie non solo psichiche ma anche organiche.
Le situazioni esterne si riflettono sul sistema endocrino, immunitario e cerebrale esercitando un effetto placebo (es emozioni positive che fanno sparire i sintomi,  fede che fa guarire un tumore) oppure un effetto nocebo  che si verifica, ad esempio, con una diagnosi di malattia inesistente che causa nel paziente la comparsa di sintomi.
Inoltre possono accadere stati di pensiero particolari che alterano la salute/malattia: Soresi scrive di un paziente affetto da forte asma che non presenta, invece, nessuna sintomatologia asmatica durante le fasi di delirio psicotico.
 
 





Le palle di Natale


La leggenda metropolitana narra che fra lucine, jingles, euforia regali-correlata, neve finta e parentado, la richiesta di aiuto psicologico sale ogni anno di almeno il 20%.
In effetti si assiste nel mese di dicembre ad un aumento di consulenze psicologiche legate all'acutizzarsi di patologie già esistenti o all'insorgere di disturbi vari e spesso transitori.
Improvvisamente si fa una riflessione, con relativo bisogno di condivisione con uno specialista, riguardo la solitudine, i legami familiari labili o distorti, l'ansia e talvolta anche rispetto un senso di marcata estraneità al turbine dei festeggiamenti comandati.
Quello che si porta in uno studio di psicologia in questo periodo è tipicamente un breve racconto di vari eventi di vita che terminano con "...... ma poi sa, sotto le feste!".
Qui sta il punto: siamo sotto le feste! Il vissuto non corrisponde alla dimensione 'mi godo un pranzo, un regalo, una chiacchierata' ma a quella del 'devo fare'.
Occorre poi sottolineare che la fine dell'anno corrisponde a bilanci più meno espliciti riguardo il grado di soddisfazione personale in ambito lavorativo e relazionale, così come l'inizio di un anno nuovo viene spesso caricato di obiettivi e propositi a breve termine.
Tutto questo viene definito Christmas Effect ed è oggetto di studio e ricerca nel campo della psicologia e delle neuroscienze dal lontano 1981 quando J.R. Hillard , J.M. Holland e D. Ramm misero in evidenza come il periodo natalizio dilatasse le problematiche legate al disagio psicologico e alla depressione. (Christmas and psychopathology. Data from a psychiatric emergency room population. 1981 Dec;38(12):1377-81).
Altri studi vennero condotti per comprendere questo fenomeno fino al più recente del 2011 pubblicato su Innovation in Clinical Neuroscience che conferma come sia presente un aumento di umore depresso e con il termine del periodo natalizio anche di altre psicopatologie. (The Christmas Effect on Psychopathology. Randy A. Sansone, Lori A. Sansone.Innov Clin Neurosci. Dec 2011; 8(12): 10–13).
Parafrasando Lewis Carroll che fece festeggiare ad Alice il non-compleanno, concludo questo articolo augurandovi  per l'anno nuovo più di 300 giorni di buon non-Natale!
 

10 0TTOBRE

MESSAGGIO DEL SEGRETARIO GENERALE IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE 

http://www.unric.org/it/attualita/19813

I disturbi psichici sono presenti in tutte le culture e possono apparire in qualsiasi momento della vita. Essi possono rappresentare fattori di rischio o conseguenze di molti altri problemi di salute, e sono spesso associati a povertà, marginalizzazione e disadattamento sociale. Inoltre, disturbi mentali si manifestano frequentemente nel contesto di conflitti e crisi umanitarie.
I sistemi sanitari di tutto il mondo fanno fronte a sfide enormi per garantire assistenza psichiatrica e tutelare i diritti umani di quanti soffrano di gravi disturbi. Le risorse disponibili sono insufficienti, distribuite in modo iniquo e usate in maniera inefficiente. Ne risulta che una gran parte di coloro che sono afflitti da disturbi mentali non riceve nessuna cura. 
Un incremento dei servizi sanitari dovrebbe costituire una priorità. Il Programma d’azione sulla salute mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, lanciato questo mese, identifica le strategie necessarie per aumentare i servizi di assistenza sanitaria mentale attraverso interventi di costo contenuto in contesti poveri di risorse. Il programma chiede a tutti gli attori coinvolti – governi, agenzie multilaterali, donatori, servizi di sanità pubblica, specialisti nelle malattie mentale e gruppi di consumatori- uno sforzo congiunto per raggiungere gli obiettivi del Programma..
Su un piano più ampio, occorre fare di più per integrare la consapevolezza di questa problematica in tutti gli aspetti delle politiche sociali e sanitarie, della pianificazione sanitaria e dell’assistenza sanitaria generale primaria e secondaria. La salute mentale e’ fondamentale per il benessere personale, le relazioni familiari e la capacità dell’individuo di contribuire alla costruzione del tessuto sociale.
In occasione di questa Giornata mondiale della aalute mentale, riconosciamo che  non ci può essere salute fisica senza salute mentale.